Touché

16Giu08

Pur non essendo un estimatore del genere milf, fin da piccolo ho sempre instaurato un rapporto di simpatia reciproca e sincera con le madri dei miei amici. 

Affascino le mamme altrui nella stessa misura in cui mi faccio odiare dalla mia, roba su cui Freud avrebbe avuto molto da teorizzare.

Comunque, tra le varie madri che frequento abbastanza spesso c’è la mamma di Maritsa. Un gran donnone dal portamento aggraziato e la voce stridula. Aggraziata come un rinoceronte fatto di LSD e stridula come il suono di una teiera in ebollizione, per capirci.

Ecco, la mamma di Maritsa è l’unica che non ha mai ceduto al mio fascino da ammalia-madri, anzi nutre un profondo e malcelato rancore nei miei confronti. Negli anni gli insulti velati hanno lasciato spazio ad un odio benevolo che si sfoga in sottili ostilità verbali e infinite gare a chi ce l’ha più lungo. Trappole in cui casco sempre e dove raramente vinco. Nel frattempo Maritsa si umilia moltissimo e si chiede dove ha sbagliato quando ci ha presentati.

Venerdì scorso. Casa di Maritsa. Davanti a un caffè.

m.d.M visibilmente provata: humpf… ma ciao gianlino! humpf… come stai? ti vedo bene. brr… humpf… hai messo su ancora qualcosa, eh… bello gianl… brrr…

gianl col sorrisetto falso: ciao mamma di maritsa! vedo che da queste parti vanno ancora di moda le cotonature eccessive, eh. ma come mai quella cera? malata?

m.d.M ancora più distrutta: eh, si. humpf… sto proprio malissimo… brr… ho la diarrea da ieri sera… humpf…

gianl fintamente sorpreso: ah. cavolo, dev’essere qualcosa che gira. anch’io l’ho avuta settimana scorsa…

m.d.M a un pelo dal soccombere: eh, ma …humpf… io di più… stò malissimo …brrr…

gianl fintamente comprensivo: si anch’io stavo da cani… fatti una limonata e aspetta tempi migliori…

m.d.M con un filo di voce stridula: no, guarda… humpf… io sto peggio, una limonata non mi serve. brrr… solo stanotte ho avuto quindici scariche, ma di quelle potenti, eh… humpf…

gianl leggermente piccato: si, si. anche io ero ridotto così. capisco. anzi, forse io avevo anche più scariche…

m.d.M ripresa e ancor più piccata: eh non credo… humpf…

gianl mentendo ed esagerando: una volta ne ho avute otto solo mentre guardavo un film… 

m.d.M infastidita: mah… io oggi anche al lavoro ho avuto sulle dieci scariche. humpf… sai che inferno? non puoi capire… brrr…

gianl stizzito: fidati che capisco… brutta bestia la diarrea…

m.d.M cosciente di essere sul punto di distruggere il nemico: guarda… humpf… stamattina io mi sono cagata nelle mutande… brrr… non puoi capire…

gianl con voce tremolante: no. non posso.

[Gelo. Il vento soffia nella steppa. Io annego silenzioso nell’imbarazzo, Maritsa tenta di scomparire nascondendosi sotto al tavolino da caffè. La mamma di Maritsa ghigna assaporando la dolcezza di un’altra vittoria dialettica e, soddisfatta, se ne va sculettando, causando onde d’urto impressionanti a ogni movimento d’anca].


Crudele ironia

12Giu08

Sono capitato tra le pagine del mio vecchio blog su Splinder. Una brutta esperienza, anche se ho rivalutato immensamente il template..

Esperienza peggiorata peraltro dalla presenza di vari Google Ads [o come si chiamano] buttati a caso tra header e archivio. Google Ads aggiunti, suppongo, da Mr. Splinder per incrementare le sue entrate. Applausi per lo stile, Mr. Splinder.

Comunque, come da titolo…

[ansia? stress? depressione? balbuzie? allergie? sovreppeso? asma? artrite? emorroidi? WTF!]

[no, ma…UAU!]


Back for good

28Mag08

Sono un disastro: ho la stessa capacità di mantenere la parola data di un qualsiasi politicantuccio italiota dell’ultimo secolo.

E’ che mi son successe cose nell’ultimo periodo. La mia mica era semplice svogliatezza di scrivere amici miei. Cioè, si. Era svogliatezza e fannulloneria, ma ben unta di eventi di primaria importanza.

C’è stata una moria generale di parenti e amici di famiglia impressionante. E per alcuni di loro mi sono sinceramente dispiaciuto. Ho presenziato a più funerali negli ultimi tre mesi che in tutta la mia vita.

L’attività di stringere mani con espressione contrita mentre mormoro Condoglianze stava diventando un lavoro. [Ma non ho ancora capito come si usa quel battacchio intriso di acqua santa che ti porgono quando vai a salutare per l’ultimissima volta il caro defunto ormai nella fossa].

Punti stress: 65.

Poi una zia tra le sopravvissute del clan si è risposata.

La zia è del ramo calabro della famiglia.

Il matrimonio, ça va sans dire, è stato in stile puramente calabro nonostante le obiezioni del neo-zio fieramente polentone.

Cugini e zii accampanti in casa mia come in una conigliera. Addobbi bianchi, tramezzini vari e shoot fotografici che neanche al Festival di Cannes. Tipo, avete presente Monsoon Wedding? Ecco, sostituite le coreografie bollywoodiane con la tarantella e quello che avrete è lo Sposalizio Calabro D.O.C., al sapore di melanzana.

Commovente e toccante, dopotutto.

Punti stress: 130.

Infine sono andato in pellegrinaggio a Como, ovvero la città calabrese più grande del mondo a nord di Castrovillari. Da calabro-parenti, of course.

Il Lago, le montagne, il Duomo, Piazza Cavour, Clooney, le cene a base di ‘nduja…

Punti stress: 40.

Che sommati agli altri fanno un bel cumulo di squilibri mentali e conseguente somatizzazione:

ho avuto, nell’ordine, diarree epocali, tremolii agli arti, nuove diarree che anche la Diga delle Tre Gole avrebbe fatto fatica a trattenere, emicrania, ulteriori tremolii da tardo Giovanni Paolo II, gonfiori addominali tali da far sospettare una gravidanza isterica risoltisi poi con le sempre care diarree alluvionali.

Ora sto bene, sono pulito dentro e fuori. Sono sereno come un’ Amy Winehouse dopo una dose di Calfort.

Insomma, son tornato for good. Stavolta giuro su ciò che ho di più caro al mondo che è vero.


Entusiasmo

29Apr08

Abbastanza brutto rompere il silenzio, no? Il nulla faceva così bello, così minimal, così radical.

Quindi è con un certo dispiacere che annuncio a tutti i sei lettori-reduci che, per fortuna o purtroppo, non sono morto. Ché pure la morte farebbe tanto minimal, tanto radical… e invece tocca accontentarsi della resurrezione telematica.

Quindi si, in sostanza io sarei tornato. Brutto, storto e tamarro come al solito con tutta la carica, l’energia e l’entusiasmo che mi contraddistinguono.

Salutatemi e fate finta di sorprendervi un po’ allora, altrimenti ci resto male e mi metto zitto all’angolo di nuovo.

Ci sentiamo a breve, eh. [O forse no?]


Di tutti i fenomeni tipici, viziosi e stupidi del blogger incompetente forse quello del riportare le chiavi di ricerca d’archivio è il peggiore.

Allora, essendo io un blogger che punta all’incompetenza come traguardo supremo mi applico alla pratica e pubblico le chiavi che hanno portato frotte di gente presumibilmente sola e terribilmente disturbata a questi lidi desolati.

  • rumore dello stronzo Ovvero il mistero sonoro più grande della storia dopo il celebre verso del coccodrillo. Io propenderei per un prot-flop. 
  • inglesi denti storti Bravi, bravi, andiamo avanti per stereotipi.  A noi italiani mica farebbe piacere che si parlasse di noi in termini di politici criminali e soccer-freaks, che sono notoriamente solo pesanti stereotipi.
  • nonna over 55 zoccola La mia ne ha 82 ed è talmente zoccola che ti morderebbe le guance a sangue con la dentiera se solo sapesse che stai partorendo pensieri audaci su elementi della terza età.
  • una nonna puttana video Ancora? No, ma perché?!
  • pisciare asse in piedi seduti Ad occhio ipotizzerei che qui il problema più che nel pisciare sta nella confusione mentale.
  • IO ODIO TIMBALAND Anche io, bro!
  • cloverfield+non+capito Benvenuto nel club amò. Accettiamo il fatto che Cloverfield semplicemente è, al di là di ogni comprensione umana, un po’ come si fa con l’Immacolata Concezione di Maria.
  • consigli per essere emo Sei capitato al posto giusto. Qui c’è un pratico prontuario.
  • mia zia una porca La mia sembra più un’otaria, se ci si mette d’accordo si può mettere su un circo.
  • quella vacca di mia zia Guarda sopra.
  • stronzi di merda Ne hai mai visti di legno tu?
  • essere pisciate dentro Oh mein Gott!
  • legittima coniuge rimasto in vita poi morto Ma guarda un po’ come va la vita…
  • la fretta passa la merda resta Ti adovo, questa massima avrei voluto inventarla io.
  • guidare in minigonna come uomo Io guido sempre in minigonna. L’unica cosa che devi fare per sembrare un guidatore in minigonna pur essendo una donna è sentirti terribilmente in imbarazzo e desiderare di venire incenerita prima che qualcuno possa vederti.
  • pisciare sopra le donne Non si fa. Le donne non si toccano nemmeno con un fiore, idiota; anche se consuetudine italica vuole che le si possa picchiare dopo il matrimonio.
  • scoregge da ascoltare Ehm, non saprei. Ma potrei farti una registrazione delle mie in cambio di qualche euro…
  • ma gli scoiattoli fanno la cacca? Non posso giurarlo, ma ipotizzerei che sì, gli scoiattoli defecano come tutti gli altri mammiferi. E pure scoreggiano.
  • come pisciare dentro il culo Oggesù. Ma perché uno dovrebbe voler fare una cosa del genere quando sul mercato esistono perette e clisteri a prezzi onesti?!
  • chi a fatto sesso con maria de filippi Si scrive ha, non a. Premesso questo io azzardo un nessuno sommesso.
  • metodo smettere guardare televisione Bruciare il televisore presumo possa essere una delle migliori soluzioni possibili.

Il piccolo fratello qualche mese fa decise che era arrivato il momento di avere un computer tutto per se. Sono cose che accadono fisiologicamente, a una certa età. Come l’acne o l’abuso di pratiche onanistiche.

Ha detto macbook e macbook è stato [ché solo io ho dovuto fingere attacchi di panico e manifestare tendenze suicide per avere il mio primo piccì in questa famiglia di viziati].

Comunque, qualche giorno dopo…

Madre: Adesso che pure tu c’hai il compiuter, figliolo, è arrivata l’ora che cominci ad usarlo anche io. Me lo devi imparare il compiuter.

E così fu.

Per Madre all’inizio fu la meraviglia. Per il trackpad. Per lo schermo assai luminoso. Per la videocamera integrata. Per l’incredibile quantità di lettere sulla tastiera.

Poi venne il momento di Google Earth. E fu nuovamente meraviglia, questa volta ancora più grande.

Madre: Guarda ho trovato casa nostra!

gianl: No, stai guardando l’Arizona.

Madre: Guarda quella è la chiesa di San Bartolomeo!

gianl: No, sei sull’Aconcagua.

Madre: Guarda quella è la casa dell’amica mia!

gianl: No quello è lo stretto di Bering.

E così via…

Quando il tempo fu maturo si decise tutti insieme di imparare a Madre l’uso dell’arma suprema: Google.

gianl: Scrivi quello che stai cercando lì, poi premi invio, e tra i risultati clicca su quello che ti ispira di più.

Madre: Cos’è clicca?

La farò breve comunque, in un paio di giorni Madre, che è una che si impegna e ce la mette tutta, ha instaurato un ottimo rapporto con il motore di ricerca. In poco tempo era già arrivata al livello di sintonia con internet in cui ci si delude scoprendo di non esistere per Google. Una cosa che spezza il cuore di una nerd in erba.

Poi, ieri.

Madre: Io te lo dico, ma non prenderla male, mi sa che ho vita breve. Non manca tanto perché mi venga l’ictus.

gianl: Perché?

Madre: Perché ho tanti mal di testa. E Gùggol dice che se hai tante emicranie rischi l’ictus. E poi mia mamma è morta di ictus…

gianl: Ma dai…

Madre: E poi l’artrosi… non sono messa bene. Gùggol dice che è incurabile e che si cronicizza sempre di più… Mia nonna aveva l’artrosi. Era tutta storta e storpia…

gianl: Cosa c’è per cena?

Madre: E mi sa che ho anche un accenno di glaucoma, dice Gùggol

gianl: Madre, non mi interessa. Basta che prima o poi ti diano il badge per parcheggiare nei posti per i disabili e io sono a posto.

Madre: Vaffanculo, guarda che è grave. Sai che ho il colon irritabile anche? E ti ho detto che ho visto su Guggòl che rischio anche una trombosi? …e dice che l’osteoporosi… mia zia aveva la gotta… tuo nonno d’altronde è morto d’infarto… tanto so che prima o poi mi toccherà anche l’Alzheimer…

gianl: Sai cosa? Date le premesse perché non cerchi su Gugòl qual è la maniera più rapida e indolore per suicidarti?

Madre: Io l’ho sempre detto che piuttosto che fare figli potevo mettere su un allevamento di porci…

gianl: I love you mother!

Madre: No, vaffanculo tu! Che pure se parli l’inglese non sono scema…


L’erba cattiva non muore mai, si dice. Nemmeno le catene cattive, a quanto pare, e, come se non bastasse, tornano indietro come boomerang sulle gengive.

La stimata giuy quindi mi re-invita a sperperare otto segreti con le Signorie Vostre. Argomento che dubito fortemente interessi qualcuno, ma da poverino ligio al dovere quale sono mi sottopongo all’idiota supplizio e condivido qualcuno degli innumerevoli lati oscuri della mia malefica persona.

  1.  Dopo l’autoflagellazione e il sesso con i cavalli, la cosa che odio fare di più al mondo è cambiare le lenzuola del mio lettone. Settimanalmente cerco di corrompere Madre per farlo, spesso senza successo. E’ per questo che mi piace pensare a me stesso come al “l’uomo che sussurrava agli acari“.
  2.  Sono totalmente incapace di ammettere i miei errori. Non sono abituato a farne, quindi…
  3.  La pigrizia è il mio più grande difetto. Non rispondo al telefono, non mangio, non cammino e a volte non respiro perché “non c’ho cazzi”. Datemi un letto e dell’alimentazione in flebo inesauribile e io sarò felice.
  4.  La costanza non è il mio forte. E questo blog sempre meno aggiornato mi sembra una prova più che sufficiente di questo. Ho cambiato due facoltà universitarie, ho cominciato svariate diete, ho smesso di fumare tre volte, mi sono convertito a diverse religioni e iniziato a scrivere, e subito abbandonato, un paio di romanzi. Tutto questo dal mio risveglio ad ora. E mi sono alzato a mezzogiorno.
  5.  Non so vomitare. Non recepisco lo stimolo quando è il momento di farlo. Un momento sono tranquillo per gli affari miei e il momento dopo ho le scarpe ricoperte dalla replica in seconda serata della cena.
  6.  L’uvetta e i canditi mi fanno vomitare. Immaginate che gioia con i panettoni natalizi considerando anche il punto sopra. Va ancora peggio con gli odiosi rimasugli di arancia dentro alla spremuta; nonostante questo mi ostino ad ordinare sempre screwdriver e, in seguito, allieto le serate degli amici con bestemmie colorite nei confronti dell’odioso residuo.
  7.  A dodici anni sono stato beccato dalla sicurezza mentre mi riempivo le tasche di penne e matite al Carrefour locale. E’ stato uno dei momenti moralmente più bassi della mia intera vita. In seguito fui punito con due mesi di reclusione in camera mia dalla perfida Madre. Ho provato molta pena quando è successo lo stesso a Winona Ryder.
  8.  Odio profondamente chi ha i miei stessi difetti. Per questo mi diverto a massacrare verbalmente i miei simili, è un po’ come rinnegare e picchiare se stessi, ma senza auto-mutilazione e allegra compagnia da emo-adolescente.

Nella mia luminosa grazia vi risparmio dal passarvi la virulenta catena, ma in cambio esigo completa misericodia nei miei confronti a proposito di ciò che ho scritto sopra.


Subtitle this!

03Mar08

Stanotte ho fatto un bel sogno polposo, di quelli vividi, con effetti speciali, buona fotografia e montaggio ineccepibile.

Poi, di punto in bianco, si parlava tutti in inglese e io facevo una discreta fatica a seguire il filo dato che la trama, come al solito, non era delle più limpide.

Grazie alla mia imprevedibile mente, però, dopo un paio di minuti sono comparsi degli utilissimi sottotitoli in 3D sotto alla persona che parlava. Per leggere quelli, però, mi sono perso tutta l’azione e alla fine non ho capito chi era morto sotto all’autobus e chi era andato a letto con la rosa-vestita Tricia.

Se qualcuno volesse aiutarmi a recuperare il torrent, o anche il file sul più tamarro emule, dell’episodio/sogno gliene sarei immensamente grato.


Supero la repulsione data dal contatto con la tastiera solo perché oggi è il 29 febbraio.

Sul serio, buttare via l’occasione di scrivere qualcosa in un giorno che torna sui calendari solo una volta ogni quattro anni pareva proprio un peccato.

Già che ci sono potrei fare il blogger-che-scrive-solo-il-29-febbraio a tempo pieno.

Sarebbe alternativo, sarebbe tremendamente radical, sarebbe innovativo, spezzerebbe gli schemi e le schiene ai bloggerz che te ne raccontano una al giorno. Sarebbe una cazzata, si, ma una cazzata con l’anima.

A me il 29 febbraio sta simpatico e vorrei che a questo giorno un po’ così venisse dato più spazio nel calendario, ma anche nei nostri cuori. Tipo:

Facciamo che la domenica cade solo il 29 febbraio; una sola messa, un solo Angelus, una sola diretta da piazza San Pietro ogni quattro anni. Solo un paio di giorni del Signore a decade, sarebbe equo e conveniente.

Facciamo che il Natale cade solo il 29 febbraio; brutte facce parentali a pranzo con regali senza fantasia e senza affetto solo una volta per quadriennio, presepi e luminarie natalizie in estinzione, risparmio energetico assicurato.

Facciamo che la gente può compiere gli anni solo il 29 febbraio; fine delle continue corse ai regali e delle collette per pagarli, fine delle dimenticanze che causano astio nelle menti e logorano i rapporti. Basta tanti auguriii a teee! ogni tot settimane.

Facciamo che Porta a Porta può andare in onda solo il 29 febbraio; basta nei di Vespa sull’LCD, addio ad Anna Maria Franzoni ogni due per tre, fine degli opinionisti assurdi che pontificano da trespoli di alcantara bianca. Rimarrebbero solo altre due o tre di dirette in una vita, ché, ad occhio e croce, se la Fata Turchina vuole, Vespa non vivrà troppo a lungo.

Facciamo che Giuliano Ferrara lo lasciamo uscire dal porcile per ciarlare solo il 29 febbraio; presi come saremmo da Natali, domeniche, compleanni e, non ultima, dalla diretta di Porta a Porta, nessuno di noi perderebbe tempo ad ascoltarlo.

Ecco, io ne ho dette un po’, le altre evenienze con cui farcire il nostro beneamato 29 febbraio raccontatemele voi.

Il 29 febbraio, ragazzi miei, è un giorno che regna. Meglio di lui solo il 30.


In un giorno di febbraio, con una nebbia che lèvati e una temperatura esterna da bagno nel vin brulé, ho deciso che la cosa più giusta e consona da fare fosse cambiare il template del blog con un nuovo coerentemente soprannominato SunBurn, of course.

Addio quindi al tenero robottino Marvin, ché qua non so come piazzare visto che l’header [ma senti come parlo forbito, signo’!]  non è assolutamente personalizzabile. Ciao Marvin, t’ho voluto bene, anche se ultimamente m’avevi rotto gli zebedei con quella faccia di latta e quel ditino sempre puntato.